venerdì 30 marzo 2012

Tanto ho fatto finchè..

CONTENUTO CONSIGLIATO AD UN PUBBLICO SPORTIVO.


Non so perchè ma fin da quando ero bambino i campionati di calcio minori mi hanno sempre affascinato.

Senza una logica apparente ho imparato col tempo a conoscere squadre di Galles, Norvegia, Malta e persino Isole FarOer.
Ne studiavo le classifiche, i risultati, individuavo la squadra più forte e quella più scarsa e mi divertivo ad imparare quei nomi così strani, di città lontane e diverse.
Il momento di massimo divertimento arrivava poi tra giugno e luglio, quando complice la pausa estiva del campionato italiano e le vacanze, seguivo i primi turni preliminari di Champions ed Europa League, quando nei torridi giorni di luglio si affrontavano tutte quelle squadre che solo io conoscevo:  Birkirkara (Malta), Tre Penne (SanMarino),  B36 (Far Oer), Kr Reykjavik e via di questo passo...

Sognavo quei giorni d'estate, il calcio così distante, dai nomi buffi, squadre poco più che amatoriali che però viaggiavano in trasferte così lunghe, affrontando altre formazioni come loro, di realtà molto diverse, con un livello ed una concezione del calcio probabilmente diverso, su campi che niente avevano in comune con gli stadi delle squadre che quelle coppe poi le avrebbero portate  a casa.
Per capirci: la squadra che vince il campionato delle Isole Far Oer, accede al primo turno preliminare di Champions League che inizia a fine giugno.
Molto probabilmente la squadra campione faroese incontra la vincente del campionato del Lussemburgo e questo strano abbinamento che comporta ben due incontri si esaurisce nel giro di due settimane quando la vincente di questo match ne uscirà sconfitta al turno successivo eliminata da una ben più attrezzata squadra slovacca ad esempio. Loro però, anche se per poco, hanno sognato la Champions League.
Ecco, il calcio dei piccoli, il calcio dei perdenti, a me ha fatto sempre molta simpatia.

(Fine premessa noiosa/trovatiqualcosadafare)

Succede che nel 2006 mi trovo a Mikkeli, uno sperduto quanto anonimo paesino della Finlandia del sud. E' settembre e il campionato locale è agli sgoccioli.
Quel sabato gioca Mikkeli contro Klubi 04, campionato di serie B finlandese.

Siccome, come dicevo, i campionati minori mi affascinano e mi fanno simpatia vado a vedere la partita.
Il Mikkeli ne esce sconfitto, ma quello che rimane a me è una convinzione che non mi abbandonerà più:

Se in serie B ci giocano questi, anche io che non sono nessuno ci posso stare benissimo: non sanno stoppare il pallone, i tiri in porta sono qualcosa di inguardabile e le azioni belle scarseggiano.

Il mio folle ragionamento è: se questa è la serie B, in cui potrei benissimo giocare io, la serie A dovrebbe essere un gradino più in alto dove magari, con un po di allenamento, potrei arrivare; dunque potenzialmente posso arrivare a giocare la Champions League.

(Una mandata a quel paese è lecita e ci sta tutta)

Arrivo poi in Islanda, (campionato che seguo da circa due anni) e decido che non sarebbe male fare un po' di sport durante la mia permanenza. Mi piacerebbe trovare una squadretta con cui allenarmi, un posto dove andare nel tempo libero dopo il lavoro, niente di impegnativo e allora inizio a cercare.

Siccome la convinzione nata in Finlandia non mi abbandona, anche se il sogno Champions l'ho abbastanza accantonato decido di dare un' occhiata niente meno che alle squadre di serie A!
Vicino a casa mia gioca il KR, la squadra più importante e titolata di Islanda, assidua frequentatrice di Champions League e spesso al primo posto a fine campionato.
Vado a vedere una loro partita e penso che no, il livello è alto, niente a che vedere con la Finlandia, voliamo più bassi!

Domenica scorsa (Vedi Domenica mattina) capito dalle parti del campo del Valur, seconda squadra più importante e con lo stadio più bello di tutti.
Senza vergogna e senza coscienza mi avvicino ad un ragazzo che si allena e gli chiedo se sa come posso fare per giocare li.
Come se fosse una cosa normale lui mi da il numero dell'allenatore, Thor, della squadra riserve del Valur, il KH, che gioca in terza divisione e il giorno seguente gli telefono.

Thor si mostra gentile, mi chiede quanti anno ho, in che ruolo gioco e mi dice gli orari degli allenamenti:

Tre giorni a settimana, dalle 20 alle 21.30.

Alla fine della telefonata gli chiedo: ma è possibile giocare? mi dice si, tutto è possibile.

L'altro ieri puntuale alle 8 mi sono presentato all'allenamento nell'impianto della "gloriosa società del Valur" (come mi piace chiamarla) che vanta anche una titolata squadra di pallamano, sia maschile che femminile, una squadra di sci, basket e calcio femminile.

Faccio conoscenza con i giocatori, tutti ragazzi simpatici e gentili.

Quello che noto subito è il rispetto. Tutti mi accolgono come se fosse normalissimo che io sia li, mi parlano, mi spiegano in inglese gli esercizi che Thor spiega in islandese, e mi integrano subito.

Mi sento come quei giocatori stranieri che arrivano in italia che non sanno la lingua e si aiutano con un interprete.
Ecco, ora so cosa provano.
Quando ascolto Thor spiegare i movimenti, gli schemi o semplicemente gli esercizi io ovviamente non capisco, però seguo i suoi gesti, i suoi movimenti con le braccia, lo sguardo e non ho nessuna difficoltà a capire cosa devo fare.
Quando invece sa che io non posso aver capito, viene da me e in inglese mi spiega cosa devo fare correggendomi se sto sbagliando.

Ovviamente le difficoltà non mancano: innanzi tutto sono fermo da un mese e a fine allenamento un forte crampo al polpaccio mi blocca e mi manda sotto la doccia.
Seconda cosa: devo inserirmi in un gruppo consolidato che si conosce e che conosce gli schemi e spesso e volentieri nella partitella sbaglio il movimento e non riesco ad entrare nel gioco.
Anche il tipo il calcio è diverso da quello italiano in un modo che non so spiegare: molti più lanci e meno fraseggio.

Il giorno seguente con ancora il polpaccio indolenzito decido di non sforzare e telefono a Thor dicendogli che non potrò allenarmi.

Stasera, ho fatto il secondo allenamento:
Sono uscito dal campo soddisfatto, senza problemi muscolari, contento perchè rispetto alla volta prima sono riuscito ad essere molto più presente nel gioco con dei bei passaggi e una traversa; ho fatto tutti gli esercizi in modo diligente e con impegno, ma soprattutto sono andato via con la seguente frase di Thor:

"Domani abbiamo una partita ufficiale e per convocarti dovresti essere tesserato, lo facciamo la prossima settimana, vieni lunedì all'allenamento"

"Posso venire a vedervi" chiedo io, "certo" risponde lui.

E così domani pomeriggio andrò alla mia prima trasferta con una squadra Islandese di terza divisione: saremo sul campo del Keflavik per una partita di Coppa di Islanda e accomodandomi in tribuna tornerò a  sognare la Champions League!

(Traduzione: sono contento di aver trovato un posto dove poter giocare a calcio, dove so di poter andare a correre un po' dopo il lavoro e fare amicizia con dei ragazzi della mia età con cui condivido la passione per il calcio)





"Cambiami lo spazio e troverò come adattarmi"

"E' questa la vita che sognavo da bambino.."





  Il Valur










  Campo di allenamento






Ingresso spogliatoi




Palmares













martedì 27 marzo 2012

Delizie artiche. La salsa verde.

Man mano che passano i giorni prendo sempre piú confidenza con il cibo locale, a tal punto che l'appuntamento con il pranzo é sempre un momento di gioia!
Non lascio che arrivino le 12.00 che giá stacco tutto e corro al piano di sopra dove un ricco menu che cambia ogni giorno é li pronto ad aspettarmi!
La diffidenza dei primi giorni ha lasciato spazio alla curiositá di provare e mi consente di conoscere nuovi sapori e addirittura apprezzarli.
Ogni lunedí viene appeso sul frigo il menu della settimana (dalla scorsa settimana c'é anche in inglese) e io posso scoprire cosa ci sará per ognuno dei cinque giorni. Non sto neanche a dire quale sia il mio primo pensiero entrando in ufficio il lunedí mattina...
Tanto per citare alcuni esempi abbiamo il falafel con riso nero e salsa allo zenzero, milanese di pollo, hamburger con bacon, agnello con verdure, lasagne, pizza, riso, merluzzo fritto...ecc.. (Si spazia per le cucine di un po' tutto il mondo).

Per conto mio invece, mi sono specializzato nella preparazione degli hot dog, una roba che ho sempre sottovalutato e mai mangiato.

Da quando l'ho provato nel chiosco piú famoso di Islanda ho iniziato a studiarne con cura la preparazione e mi sono procurato gli stessi ingredienti:

Wurstel speciale, pane da hot dog, salsa marroncina (tipo una senape ma fatta esclusivamente per gli hot dog) e Cronions: bricioline di cipolla fritta che si mettono sotto il wurtel per rendere il panino croccante e saporito.
Io ho sempre odiato le cipolle, e le odio tutt'ora, ma le cronions per me non rientrano nella categoria "cipolle" e poi ci vanno!

Oggi in mensa é stata la volta dell'Eglefino, un pesce per me fino a ieri sconosciuto ma dal nome molto carino!

L'eglefino in inglese si chiama haddock ed é una specie di merluzzo che vive solo nel mare artico tra l'Islanda e la Groenlandia (non so se viene usato in Italia).
La sua carne é tenera e buonissima, oggi l'hanno preparato con una bagnetto di burro ed erbe.... l'ho preso due volte.

In due cose peró gli Islandesi sono campioni: le salse e le zuppe.

Se noi per condire l'insalata ci limitiamo a sale olio e in alcuni casi l' aceto, o per il secondo non andiamo oltre alla mayonese e il ketchup, loro hanno una salsa per ogni piatto.
Non solo, esiste una varietá infinita di salse da mettere sull'insalata ai gusti piú azzardati.
Per i secondi, ogni giorno una nuova salsa accompagna il piatto del giorno.
Mi é capitato di mettere (senza saperlo) una salsa al mango eccezionale su delle polpette d'agnello.
A me l'agnello non piace, ma quella salsa riusciva a farmelo quasi piacere!
Ci sono poi la salsa barbecue, all'aglio, allo yogurt, al cetriolo, di soia, teriyaki, di ostrica...
Ci si puó sbizzarrire.

Le zuppe poi sono il vero piatto TOP.

Anche quella varia ogni giorno in mensa e da quando l'ho assaggiata la prima volta, le provo tutte, pure quelle che sulla carta non mi piacciono.
Si presentano sottoforma di vellutata con qualche piccolo pezzo intero.

Si provano dei gusti molto particolari, cose che sto provando per la prima volta come la zuppa di granchio, che ho saputo essere tale solo dopo averla mangiata e fatto il bis, la zuppa di funghi selvatici, la zuppa di cavolfiore e carote...tutte cose che a casa, lo ammetto,  non mi sarei osato di provare ma che invece meritano assolutamente una chance.

Anche oggi poi non sono mancati gli "episodi":


Nella mia foga di provare tutto, mi sono imbattuto in una salsina verde granulosa che andava messa sul pane. "Benissimo, assaggiamo pure questa"
Il sapore era indecifrabile, dolciastro e fruttato, sembrava ci fossero dei granellini di mela, zucchero, o qualche strano frutto esotico.
"Perfetto, un'altra delle loro strambe invenzioni".
Archiviato sotto la categoria "Mangiabile ma non buonissimo"

In preda alla curiositá non ho fatto a meno di fermare la signora della contabilitá che si stava servendo e le ho chiesto: "Che c'é in questa salsa?"

Lei mi guarda perplessa e mi dice: "ah, é una cosa italiana" poi si ricorda che sono italiano e continua:
"Come, non lo sai? si dovrebbe chiamare pesto!"

"Pesto?" dico io.

"Si, non lo usate voi?"

Allora incuriosito gli chiedo: "Ma cosa c'é dentro?"

Si mettte ad elencare: "Sai quella cipolla piccola molto gustosa....il cipollotto!" poi "e poi ci sono queste, come si chiamano, ah si.. arachidi"

Stupito le chiedo: "Ma c'é il basilico?" e lei: "Si, verdure.. un misto di quelle cose li"

Le dico "... ma comunque  il gusto é molto diverso da quello che conosco io, completamente diverso!"
E poi vaglielo a spiegare che non si mette sul pane ma ci si dovrebbe condire la pasta!
Non mi oso a dirle che quello non centra niente col pesto, anche perché lei abbassando il coperchio della confezione mi mostra orgogliosa l'etichetta che indica: PESTO.











lunedì 26 marzo 2012

Cos'é l'islanda. Qualche prima curiositá

Dopo quasi un mese di soggiorno vorrei provare a spiegare (o meglio, raccontare) ció che fin'ora ho capito di questa terra, partendo dall'inizio.

L'islanda é poco piú di uno scoglio sperduto nell'Oceano Atalantico settentrionale ed é spazzato quotidianamente dalle correnti oceaniche tra l'america e l'europa.
Queste correnti portano vento di forte intensitá, perturbazioni e tempeste.
La presenza del vento é quasi costante, oggi ad esempio ci sono raffiche oltre i 70 km/h.

Le coste settentrionali dell'isola lambiscono il circolo polare artico ma non lo attraversano. Solo l'isoletta di Grimsey, a nord di Akureyri é l'unico pezzo d'Islanda oltre il circolo polare.

Nonostante la posizione geografica, l'isola, gode di un clima mitigato dalla corrente del golfo, che assicura inverni freddi ma non gelidi (tra 1° e -4° di media) ed estati fresche (tra i 10° e i 15° con punte di 20°).

Il paesaggio é prevalentemente montuoso, le coste sono frastagliate con numerosi fiordi e micro isolette,  ci sono molti vulcani (il piú famoso é l'Eyafjallajökull, responsabile dello stop dei voli di mezza europa due anni fa).

Oltre i confini delle cittá ci si trova in un ambiente incontaminato fatto di distese  deserte di roccia lavica, prati oppure ghiacciai. Il piú grande d'Europa si trova qui: Vatnajökull.

L'isola si trova a cavallo tra la faglia americana e quella europea e questo provoca numerosi fenomeni sismici e vulcanici, non di meno le spettacolari eruzioni dei Geyser e le cascate.
Sparse un po' in tutto il territorio si trovano zone termali di acqua calda sulfurea, e fumarole.

Non si direbbe ma  l'Islanda é piú grande di Olanda e Belgio messe assieme, piú grande di Svizzera, Austria, Irlanda, Scozia, Portogallo, Repubblica Ceca e Ungheria, ma ha la piú bassa densitá di popolazione europea, solo 3,1 abitanti per kmq. (Mi immagino quello 0,1 abitante, sará uno gnomo!)
Giá perché gli Islandesi credono fortemente in gnomi e folletti: un'autorevole ricerca dell'Universitá di Reykjavik ha evidenziato che oltre l'80% della popolazione non esclude l'esistenza di questi esseri soprannaturali e gli ultimi sondaggi indicano la presenza di un elfo ogni 500 abitanti! (Non so chi ha fatto questi sondaggi!)

Nessuno sa dove vivano, peró vengono costruite appositamene per loro delle casette o delle grotte fatte con i sassi! (Le ho viste davvero!)

Gli Islandesi sono in tutto 319 mila (piú 638 elfi naturalmente) e si concentrano in maggioranza nella capitale, Reykjavik: 119mila.
Gli altri abitano principalmente nell'area metropolitana di Reykjavik, nei comuni di Kópavogur, Gardabær e Hafnafjördur.

Oltre a questo grande agglomerato intorno alla capitale a sud-ovest, si trova ancora qualche piccolo paese lungo la costa e numerosi villaggi o fattorie che superano a malapena le cento anime.

Il centro dell'isola é inabitato poiché ricoperto da ghiacciai o zone paludose, habitat naturale di molte specie di volatili in transito.
Solo l'1% del territorio é coltivabile.

Non esistono ferrovie poiché sarebbe troppo dispendioso il loro mantenimento durante l'inverno e sarebbero necessari troppi tunnel.

Una grande strada (la principale) fa il giro di tutta l'isola per una lunghezza di circa 1300 km.
Spesso le altre strade rurali sono poco piú di sentieri sterrati, altrettanto spesso sono interrotti da guadi e sono percorribili solo con la jeep.

L'isola vive principalmente di pesca ma il settore dell'information technology é in forte crescita.
Il 100% dell'energia prodotta viene da fonti rinnovabili: idroelettrico e geotermico soprattutto.
Le case sono riscaldate con acqua calda geotermale e non hanno bisogno di metano. (Grande risparmio!)

Internet é diffuso ovunque e nel centro cittá é spesso possibile trovare delle reti wireless di libero accesso.

Tutti amano il calcio (soprattutto quello inglese) ma lo sport nazionale per eccellenza é la pallamano. I giocatori della nazionale sono forse gli unici sportivi di professione da queste parti.

Per finire due parole sulla lingua:

A causa del suo naturale isolamento, l'Islanda, ha conservato la lingua degli antichi colonizzatori, i vichinghi!
Non si é quasi evoluta nel tempo e ancora oggi conserva alcune lettere come la Þ e la Ð che altri paesi come Danimarca e Norvegia hanno abbandonato.
Per questo motivo gli abitanti sono in grado di leggere perfettamenti i testi delle antiche saghe vichinghe di mille anni fa.

Per legge é vietato battezzare un bambino con un nome straniero e il cognome é ancora formato con l'antica usanza patronimica dei vichinghi:

Il figlio maschio avrá per cognome il nome del padre con il suffisso SON e la figlia femmina avrá il suffisso DOTTIR.

I figli di un tale signor Gunnar saranno ad esempio: Anna Gunnardottir e John Gunnarson. I loro figli successivamente di chiameranno "Nome" Johnsson... e via di seguito....

Gli Islandesi amano molto la loro lingua e la difendono dalle contaminazioni di lingue straniere

Per questo non si troverá mai scritto da quache parte "computer" "hot dog"  "bar" o "gate"!
Le parole straniere trovano sempre, in qualche modo una traduzione.
Hot Dog ad esempio sará "Pylsu" , Bar  "Barinn" e Gate diventa "Hliðið"

Un discorso a parte, veramente interessante, merita il Computer:

Gli islandesi, come dicevo prima, sono sensibili al fascino del soprannaturare e dunque l'avvento di una macchina avveniristica e misteriosa come il pc li ha sconvolti.

Anziché adottare il termine "Computer" ne hanno inventato uno nuovo: Tölva, dall'unione di Tala (numero) e Völva (veggente)

Il computer per loro é diventato la "veggente dei numeri"!


Ma le curiositá non finiscono qui..

CONTINUA.........










                                                    BLUE LAGOON -le terme piú famose di Islanda-    

















                                         REYKJAVIK  CON LA SUA CATTEDRALE







                                              Buona musica locale.








domenica 25 marzo 2012

Domenica mattina

E' una fresca domenica mattina e il cielo su Reykjavik è grigio e non promette niente di buono.
Sono poco più delle nove quando scendo a fare colazione.
Preparo il caffè con la caffettiera portata dall'Italia e il profumo che invade la cucina mi sa già di casa.
Infilo una tuta comoda, una giacca a vento, un paio di grosse cuffie ed esco a fare due passi.
E' stupendo camminare in una città in gran parte sconosciuta, nella tranquillità della domenica mattina, con il fresco e la musica.
Ancora più bello è camminare senza nessuna meta particolare, senza orari o altri impegni. Camminare e basta, verso ciò che mi incuriosisce di più in quell'attimo.
Sono quindi sceso per Hringbraut, la strada che da casa mia passa per l'università, la stazione degli autobus, l'aeroporto e prosegue verso est fino ai confini della città.

Un vento leggero mi accompagnava soffiando da dietro, rendendo più facile la camminata.

Alla mia sinistra appare il lago Tjornin con i cigni e le anatre, oltre il quale su una bassa collinetta si adagiano tante piccole case colorate, sorvegliate dall'imponente chiesa in architettura moderna che a seconda della luce può apparire grigia o bianca abbagliante.

Anche se mi trovo su un'arteria importante a scorrimento veloce, tutto è progettato affinchè si possa camminare o andare in bici agevolmente: i marciapiedi sono ampi separati con delle recinzioni dalle corsie, ci sono attraversamenti sopraelevati o sotterranei e dove non lo sono, un semaforo col pulsante funziona alla perfezione. Quando si prenota l'attraversamento, il semaforo diventa verde in pochi secondi, un suono intermittente invita a passare.
Il tutto dura una decina di secondi, giusto il tempo di passare da un lato all'altro, dopodichè il semaforo torna rosso e le macchine ripartono.
Ho notato che è così un po' dappertutto a Reykjavik. Anche dove sembra di trovarsi in mezzo ad un'autostrada, con quattro corsie per senso di marcia, c'è sempre il grande marciapiede per i pedoni e le biciclette, i ponti e i sottopassaggi.

Dopo qualche chilometro arrivo allo stadio del Valur, la seconda squadra di calcio del paese (per numero di scudetti vinti) e mi fermo per qualche momento a visitare l'impianto, il Vodafonevollurin!
E' tutto aperto, non ci sono recinzioni, entro in campo lo percorro in lungo e in largo, non ci sono le righe segnate e nemmeno le porte montate, il campionato inizierà a maggio. Sento il profumo dell'erba bagnata, fantastico!
Salgo sulle tribune, questo stadio con un pienone non supera le 3mila presenze!

Alle spalle del campo si erge una collina coperta di abeti sulla cui sommità c'è il Perlan.
Il Perlan è una grande cisterna di acqua calda che ospita all'ultimo piano, sotto una grande cupola di vetro,  un ristorante esclusivo che offre una vista completa e panoramica sulla città.

Lascio il Vodafonevollurin e mi sposto verso un campetto in erba sintetica adiacente che con ogni probabilità è la sede degli allenamenti del Valur.

Tanti bambini biondissimi si stanno allenando e dietro di loro il gruppo dei papà chiacchiera e ride. I bambini stanno calciando in porta, sorridono, gridano, tutto ha l'aria di una festa mentre il cielo sta diventando sempre più azzurro e la luce del sole fra brillare quei capelli chiarissimi mossi dal vento.

Alla fine dell'allenamento mi fermo un attimo a parlare con il ragazzo che li stava allenando, chiedo se conosce qualche posto per poter giocare, magari una squadra, e mi dice che potrei inserirmi nella loro squadra che gioca in serie D, mi lascia il numero dell'allenatore, un certo Thor e mi saluta.


L'ultima tappa della mia camminata è naturalmente l'aeroporto. E' poco distante dal campo e ci arrivo in un attimo.

Mentre mi sto avvicinando, uno di quegli aerei ad elica della Air Iceland che ogni giorno fa la spola tra Reykjavik ed Akureyri (la capitale del nord) atterra dolcemente sulla pista e poco dopo ne arriva un'altro da Egilsstadir (la città soleggiata dell'est, capitale degli elfi e della pulcinella di mare).

Ogni giorno da qui partono i piccoli aerei diretti in queste città, che non superano i 18 mila abitanti (Akureyri) e i 2300 (Egilsstadir) e mi continuo a chiedere come sia possibile avere fino a 5-6 voli al giorno per queste destinazioni!
Cosa giustifica ad esempio i due voli giornalieri per Isafjordur, città con meno di 3000 abitanti distante da qui circa 250km in linea d'aria (457 su strada)??
Ammetto che però tutto questo ha un grande fascino e vedere i Fokker ad elica alzarsi in volo inghiottiti dai nuvoloni neri è molto suggestivo.
Una o due volte a settimana partono anche degli aerei diretti in Groenlandia ed Isole Far Oer, evidentemente la domanda per queste destinazioni non è così alta, meglio andare ad Isafjordur! (Mah!)

Perso in questi ragionamenti entro nel piccolo ma affollatissimo terminal dell'aeroporto.
Tutto si svolge in un'unica sala: check in, imbarchi, arrivo e ritiro bagagli! Non esiste neanche il controllo con la polizia e i metal detector. Non ci sono pullmini che portano verso gli aerei, semplicemente si esce dal gate e si sale la scaletta dell'aereo parcheggiato pochi metri più in la.

Mentre mi allontano, vedo la pioggia che sta arrivando, è a 200 metri in linea d'aria da me.
Ho imparato a capire quando sta arrivando la pioggia, si vede una specie di nebbia che si muove veloce e in pochi minuti ti raggiunge con raffiche di vento e non ti lascia scampo!

Come se nulla fosse, tiro su il cappuccio, alzo il volume della musica e innaffiato dalla pioggia mi incammino verso casa.









                                                       Il VodafoneVollurin







                                                   L'allenamento






                                                       Il Perlan




Aeroporo di Reykjavik, volo in partenza per Akureyri




                                                Check-in







                                         camminando...


giovedì 22 marzo 2012

I retroscena di una follia. Parte III - FESTA-

CONTINUA DA IERI...


L'ingresso inaspettato di Federica ha sorpreso tutti, la serata si preannuncia ricca di colpi di scena.
É il mio momento, nascosto dietro ad un muretto aspetto che il video si concluda: 3......2.....1....
Thunderstuck accompagna la mia corsa tra la folla! Un urlo generale, corro da Giulia le metto al collo una sciarpa dell'Islanda e ci abbracciamo forte mentre intorno a noi gli invitati commossi e stupiti battono le mani.
Anche i miei amici corrono da me e si uniscono all'abbraccio. É un momento indimenticabile.

Ognuno ha qualcosa da chiedermi: Ma come hai fatto? Ma quando sei partito? Quando ritorni?
e poi: "complimenti, hai fatto una cosa bellissima".

La scena per 5-6 minuti é tutta per me, ma la cedo volentieri a Giulia e la festa puó finalmente iniziare.

Si mangia, si chiacchiera, racconto a tutti di queste prime settimane e poi proiettiamo i video o meglio i "film" che insieme ai miei genitori e i miei amici abbiamo preparato, registrato e montato.

Allla fine Giulia, Luca, Francesca e Federico si esibiscono in una salsa e finalmente posso apprezzare le capacitá di questi ballerini!


Tutto era andato esattamente come avevo immaginato e sono felice e soddisfatto!

Passo i restanti due giorni coccolato come non mai dalla mia famiglia e da Federica,,faccio una scorta di cibo da portare e compriamo alcuni prodotti per i miei capi (li voglio ringraziare per quanto sono stati disponibili). Lunedí sera arriva in un lampo.

L'avventura sta per concludersi: alle 3.15 di martedí mattina il pullman é giá diretto verso Milano.

Arrivo ad Amsterdam alle 9.00 e avendo qualche ora a disposizione prima del volo per Reykjavik  ne approfitto per raggiungere il centro.

Una visita tra i canali della capitale olandese, per le vie del centro storico, molte foto e poi di nuovo aeroporto.

All'arrivo a Keflavik, alle 4 di pomeriggio trovo lo stesso grigio, freddo e piovoso cielo che avevo lasciato pochi giorni prima ma per ora questa é la mia casa e non mi sento straniero. Non sono arrivato, sono tornato.

Alle 5 entro in casa, svuoto la valigia, congelo la carne che mia mamma con tanto amore mia ha preparato, sistemo nella dispensa tutti i prodotti che mio papá mi ha comprato e preparo la borsa dei regali che il giorno dopo porteró Throstur ed Helgi: arance, vino, parmigiano, salame, cioccolato olive e nocciole.

Il giorno seguente (ieri) alle 8 in punto, come promesso, sono di nuovo al lavoro.
Prima di togliermi il giubbotto salgo direttamente da Throstur a portargli le cose.

Lo vedo illuminarsi in un grande sorriso quando tiro fuori dalla borsa tutte quelle cose buone.
Mi ringrazia tanto e mi da la mano: il piú grande gesto di gratitudine da queste parti.
Scendo al piano di sotto e mi affaccio alla porta dell'ufficio di Helgi con una bottiglia di Erbaluce in mano: mi chiede com'é andata poi sorride e mi da la mano anche lui.

Mezz'ora piú tardi sono di nuovo da lui con le mie solite ricerche, pronto a spiegargli nuove cose..

Tutto torna alla normalitá.



FINE















Facce sorprese al mio arrivo








mercoledì 21 marzo 2012

I retroscena di una follia. Parte II -Partenza-

"Prima di iniziare desidero fare tantissimi auguri al mio amico Giacomo che oggi si laurea.
Sei stato il primo di noi e sei stato Grandissimo. Complimenti!
Purtroppo non ho potuto partecipare anche a questa ma so che capirai. Un abbraccio e congratulazioni."


CONTINUA DA IERI.....


Sabato 17, ancora con il buio del mattino esco di casa.
Fuori nevica, la strada é imbiancata, in giro ci siamo solo io col mio trolley e alcuni taxi che vanno su e giú riportando a casa i ragazzi esausti che hanno festeggiato il venerdí notte.
Sono le 5.00.
Dopo circa un km, arrivo alla BSÍ,  la stazione degli autobus che partono per qualsiasi destinazione in Islanda e prendo quello per l'aeroporto di Keflavik che dista circa 50 minuti e ci si arriva attraversando una terra di nessuno fatta solo di rocce e distese di lava.

Alle 7.50 decollo per Amsterdam dove arrivo dopo 3 ore di volo perfetto sul quale mi rilasso guardano un film e un documentario. (Icelandair é un'altra cosa rispetto alle low cost, ma con quello che ho pagato, altro che film! dovevano venire a farmi i massaggi!)

Arrivato ad Amsterdam riesco fortunatamente ad agganciare una rete wifi e posso comunicare ai miei che metá viaggio é giá stato fatto e sono a buon punto!
Intanto in aeroporto perfeziono il montaggio del videomessaggio che sará mostrato alla sera durante la festa in cui io faccio gli auguri a Giulia: Nel messaggio spiego che non siamo riusciti ad organizzare un collegamento Skype, che non mi sarei mai voluto perdere la sua festa ma che per fortuna o purtroppo sono in Islanda.
Tutto deve far pensare che quello sia il mio unico contributo alla serata.
Annuncio anche una sorpresa: l'ingresso di Federica, la quale entrerá sulle note di Tainted Love di Gloria Jones.
Federica é arrivata la sera prima e con la complicitá dei miei nonni si é "nascosta" da loro.
Loro peró ancora non sospettano minimamente il mio arrivo.
Il messaggio poi si conclude con la canzone Thunderstuck degli ACDC. Spiego che se le avessi dedicato "Tanti auguri" sarei stato banale e allora quella canzone cosí diversa che a me piace tanto dovrá servire a darle la carica cosí come la da ai giocatori della juventus quando entrano in campo allo stadio.
Nussuno si aspetterá che su quella canzone, con un conto alla rovescia intervallato da alcuni flash, entreró io. Se tutto andrá come ho ideato, sará una bellissima sorpresa. Forse un po' "eccessiva" "colorata" e "plateale" ma sempre una sorpresa tutta per Giulia.

La rete all'areoporto di Schiphol mi abbandona e cosí passeggio un po' tra i vari negozi, pranzo da burger king e compro la calamita per il frigo di mia zia!
Tra tutti gli aeroporti che ho visto per ora, quello di Amsterdam é senza dubbio il piú bello.
Immenso, perfettamente organizzato, pieno di tutto.

Alle 14.30 la voce al gate annuncia l'imbarco sul volo per Milano Malpensa.
Se tutto rimane cosí esattamente in orario arriveró a Milano poco prima delle 5, prenderó il pullman per Torino alle 6 e arriveró in Corso Giulio Cesare alle 7 e mezza.
Li, mia zia che nel frattempo é stata informata, mi verrá a prendere e mi porterá dai miei nonni (che non mi aspettano), faró una doccia veloce e insieme a loro, Federica e mia zia andremo alla festa.

Tutto va esattamente come previsto e, alle 9 meno dieci, tutti gli invitati sono incollati davanti al mio videomessaggio mentre io e Federica, nascosti fuori ci prepariamo ad entrare.


CONTINUA.....





Oggi lascio più spazio alle foto. Consiglio questa splendida musica che fanno ascoltare sugli aerei Icelandair.















                                                       Ad Amsterdam...







                                          Si riparte....