Non so perchè ma fin da quando ero bambino i campionati di calcio minori mi hanno sempre affascinato.
Senza una logica apparente ho imparato col tempo a conoscere squadre di Galles, Norvegia, Malta e persino Isole FarOer.
Ne studiavo le classifiche, i risultati, individuavo la squadra più forte e quella più scarsa e mi divertivo ad imparare quei nomi così strani, di città lontane e diverse.
Il momento di massimo divertimento arrivava poi tra giugno e luglio, quando complice la pausa estiva del campionato italiano e le vacanze, seguivo i primi turni preliminari di Champions ed Europa League, quando nei torridi giorni di luglio si affrontavano tutte quelle squadre che solo io conoscevo: Birkirkara (Malta), Tre Penne (SanMarino), B36 (Far Oer), Kr Reykjavik e via di questo passo...
Sognavo quei giorni d'estate, il calcio così distante, dai nomi buffi, squadre poco più che amatoriali che però viaggiavano in trasferte così lunghe, affrontando altre formazioni come loro, di realtà molto diverse, con un livello ed una concezione del calcio probabilmente diverso, su campi che niente avevano in comune con gli stadi delle squadre che quelle coppe poi le avrebbero portate a casa.
Per capirci: la squadra che vince il campionato delle Isole Far Oer, accede al primo turno preliminare di Champions League che inizia a fine giugno.
Molto probabilmente la squadra campione faroese incontra la vincente del campionato del Lussemburgo e questo strano abbinamento che comporta ben due incontri si esaurisce nel giro di due settimane quando la vincente di questo match ne uscirà sconfitta al turno successivo eliminata da una ben più attrezzata squadra slovacca ad esempio. Loro però, anche se per poco, hanno sognato la Champions League.
Ecco, il calcio dei piccoli, il calcio dei perdenti, a me ha fatto sempre molta simpatia.
(Fine premessa noiosa/trovatiqualcosadafare)
Succede che nel 2006 mi trovo a Mikkeli, uno sperduto quanto anonimo paesino della Finlandia del sud. E' settembre e il campionato locale è agli sgoccioli.
Quel sabato gioca Mikkeli contro Klubi 04, campionato di serie B finlandese.
Siccome, come dicevo, i campionati minori mi affascinano e mi fanno simpatia vado a vedere la partita.
Il Mikkeli ne esce sconfitto, ma quello che rimane a me è una convinzione che non mi abbandonerà più:
Se in serie B ci giocano questi, anche io che non sono nessuno ci posso stare benissimo: non sanno stoppare il pallone, i tiri in porta sono qualcosa di inguardabile e le azioni belle scarseggiano.
Il mio folle ragionamento è: se questa è la serie B, in cui potrei benissimo giocare io, la serie A dovrebbe essere un gradino più in alto dove magari, con un po di allenamento, potrei arrivare; dunque potenzialmente posso arrivare a giocare la Champions League.
(Una mandata a quel paese è lecita e ci sta tutta)
Arrivo poi in Islanda, (campionato che seguo da circa due anni) e decido che non sarebbe male fare un po' di sport durante la mia permanenza. Mi piacerebbe trovare una squadretta con cui allenarmi, un posto dove andare nel tempo libero dopo il lavoro, niente di impegnativo e allora inizio a cercare.
Siccome la convinzione nata in Finlandia non mi abbandona, anche se il sogno Champions l'ho abbastanza accantonato decido di dare un' occhiata niente meno che alle squadre di serie A!
Vicino a casa mia gioca il KR, la squadra più importante e titolata di Islanda, assidua frequentatrice di Champions League e spesso al primo posto a fine campionato.
Vado a vedere una loro partita e penso che no, il livello è alto, niente a che vedere con la Finlandia, voliamo più bassi!
Domenica scorsa (Vedi Domenica mattina) capito dalle parti del campo del Valur, seconda squadra più importante e con lo stadio più bello di tutti.
Senza vergogna e senza coscienza mi avvicino ad un ragazzo che si allena e gli chiedo se sa come posso fare per giocare li.
Come se fosse una cosa normale lui mi da il numero dell'allenatore, Thor, della squadra riserve del Valur, il KH, che gioca in terza divisione e il giorno seguente gli telefono.
Thor si mostra gentile, mi chiede quanti anno ho, in che ruolo gioco e mi dice gli orari degli allenamenti:
Tre giorni a settimana, dalle 20 alle 21.30.
Alla fine della telefonata gli chiedo: ma è possibile giocare? mi dice si, tutto è possibile.
L'altro ieri puntuale alle 8 mi sono presentato all'allenamento nell'impianto della "gloriosa società del Valur" (come mi piace chiamarla) che vanta anche una titolata squadra di pallamano, sia maschile che femminile, una squadra di sci, basket e calcio femminile.
Faccio conoscenza con i giocatori, tutti ragazzi simpatici e gentili.
Quello che noto subito è il rispetto. Tutti mi accolgono come se fosse normalissimo che io sia li, mi parlano, mi spiegano in inglese gli esercizi che Thor spiega in islandese, e mi integrano subito.
Mi sento come quei giocatori stranieri che arrivano in italia che non sanno la lingua e si aiutano con un interprete.
Ecco, ora so cosa provano.
Quando ascolto Thor spiegare i movimenti, gli schemi o semplicemente gli esercizi io ovviamente non capisco, però seguo i suoi gesti, i suoi movimenti con le braccia, lo sguardo e non ho nessuna difficoltà a capire cosa devo fare.
Quando invece sa che io non posso aver capito, viene da me e in inglese mi spiega cosa devo fare correggendomi se sto sbagliando.
Ovviamente le difficoltà non mancano: innanzi tutto sono fermo da un mese e a fine allenamento un forte crampo al polpaccio mi blocca e mi manda sotto la doccia.
Seconda cosa: devo inserirmi in un gruppo consolidato che si conosce e che conosce gli schemi e spesso e volentieri nella partitella sbaglio il movimento e non riesco ad entrare nel gioco.
Anche il tipo il calcio è diverso da quello italiano in un modo che non so spiegare: molti più lanci e meno fraseggio.
Il giorno seguente con ancora il polpaccio indolenzito decido di non sforzare e telefono a Thor dicendogli che non potrò allenarmi.
Stasera, ho fatto il secondo allenamento:
Sono uscito dal campo soddisfatto, senza problemi muscolari, contento perchè rispetto alla volta prima sono riuscito ad essere molto più presente nel gioco con dei bei passaggi e una traversa; ho fatto tutti gli esercizi in modo diligente e con impegno, ma soprattutto sono andato via con la seguente frase di Thor:
"Domani abbiamo una partita ufficiale e per convocarti dovresti essere tesserato, lo facciamo la prossima settimana, vieni lunedì all'allenamento"
"Posso venire a vedervi" chiedo io, "certo" risponde lui.
E così domani pomeriggio andrò alla mia prima trasferta con una squadra Islandese di terza divisione: saremo sul campo del Keflavik per una partita di Coppa di Islanda e accomodandomi in tribuna tornerò a sognare la Champions League!
(Traduzione: sono contento di aver trovato un posto dove poter giocare a calcio, dove so di poter andare a correre un po' dopo il lavoro e fare amicizia con dei ragazzi della mia età con cui condivido la passione per il calcio)
"Cambiami lo spazio e troverò come adattarmi"
"E' questa la vita che sognavo da bambino.."
Il Valur
Campo di allenamento
Ingresso spogliatoi
Palmares


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