E' venuta a trovarmi Federica e per l'occasione l'azienda mi ha esplicitamente concesso qualche giorno di pausa per permetterci di viaggiare e visitare un po' il Paese e stare insieme.
Stamattina, mentre lei era su un aereo che attraversava l'Europa da cima a fondo, riportandola al caldo clima siciliano, io rimettevo il naso in ufficio in grande stile.
Ho fatto il mio debutto ufficiale (ma tardivo) tra i responsabili, che non sono quelli dello schieramento politico (per carità!)
Nel post precedente (competizione verde) parlavo appunto di questa "gara" tra aziende, tra chi faceva più chilometri in modo sostenibile, siano essi a piedi, correndo o in bicicletta.
Mi sono informato un pochino su questa competizione che si chiama "Hjólað i vinnuna" che il buon google translate mi traduce in "viaggio di lavoro". http://hjoladivinnuna.is/
Il sito mi sorprende perchè è organizzatissimo con tanto di regolamento dettagliato, data di inizio e di fine manifestazione (purtroppo già giovedì 24maggio), area riservata per registrare i propri km, contatore che indica in tempo reale i km totali percorsi da tutti i partecipanti, pari a X giri in tondo dell'Islanda, sponsor, statistiche degli anni precedenti, classifiche aggiornate e quant'altro.
Facciamo ora un passo indietro:
Qualche settimana fa, appena ho saputo di questa bella iniziativa, ho mandato una mail a tutti i dipendenti dell'azienda per chiedere se qualcuno avesse una bicicletta in più da prestarmi in modo per permettermi di partecipare e apportare km alla squadra della mia azienda.
Non ho mai ricevuto veramente una risposta scritta ma ogni volta che qualcuno mi incrociava per i corridoi mi chiedeva se avessi trovato una bici.
Alla fine della scorsa settimana, un collega con cui non avevo mai scambiato neanche una parola, mi chiama, mi accompagna giù in garage e mi mostra la bici che ha portato per me.
"Mia figlia non la usa, te l'ho portata. Usala come ti pare e piace! Se non ti piace dimmelo pure, non ti fare problemi...."
Lo ringrazio molto, ormai non ci contavo più di trovarla... e poi certo che mi piace! ci mancherebbe altro!
E' una mountain bike nera, perfetta, non manca niente. Lo ringrazio ancora.
Non so se la userò già quel pomeriggio per tornare a casa. Pioviggina e sono vestito "scomodo" per poter pedalare 9 km.
Alla fine mi faccio coraggio, non posso aspettare, voglio provare subito! Mi sporco, mi bagno, il sellino è un po' alto e fa male ma non importa, porto a casa la mia bicicletta.
E' mattina, questa mattina.
Esco di casa vestito da bici: maglia termica, tuta, zainetto con il cambio e un asciugamano e mi incammino verso l'azienda.
Federica ha appena preso il pullman diretta all'aeroporto di Keflavik dove prenderà il volo per Londra.
Sono le 7.00
Non mi ricordavo il percorso così faticoso, ci sono molti sali e scendi ho il vento contro che mi rallenta e riesco, a metà strada, a perdermi nel groviglio di piste ciclabili di questa città.
Le piste ciclabili di Reykjavik sono spesso lontane dalla strada principale, hanno molte deviazioni, cambi di percorso ed io, che sono abituato allo stradone principale, perdo i punti di riferimento e mi trovo in mezzo a delle case da qualche parte sulla mappa.
Dopo una buona mezz'ora di fatica, in un punto che non saprei identificare e quando ormai andavo solo per intuito cercando di portarmi verso "est", verso l'azienda ecco che arriva, come in una favola, la provvidenza!
Niente meno che Throstur, il capo del personale, incrocia la mia strada. Bisognerebbe chiedere al destino come faccia lui ad essere li, proprio in quel momento, dato che abita da tutt'altra parte e non siamo nemmeno sulla strada per l'azienda ma in un punto piuttosto lontano. Benedetto lui e i suoi 10 km a caso tra le colline prima di puntare verso la destinazione finale!
Lui si che è equipaggiato bene.
Abbigliamento tecnico, elmetto, scarpe apposite, sembra nato per stare sulla bici, per fare jogging o qualsiasi altra cosa che implichi il movimento.
Ci scambiamo uno sguardo in velocità, a me pare di riconoscerlo, per lui forse è lo stesso. Si gira una seconda volta, è lui! ci salutiamo continuando a pedalare giù per un sentiero in discesa. Scambiamo due parole, sembra soddisfatto di vedermi in bici, in fondo sono stato di parola. Volevo partecipare e l'ho fatto davvero.
Gli dico che mi sono perso.
Sorride e dice "seguimi, ci troviamo con gli altri a fare colazione".
Lui va come un furetto, io non sono abituato.
Fare tutta questa strada da un giorno all'altro non è così semplice, fatico a tenergli il passo. Pizzico con la ruota il bordo del percorso, cado e mi rialzo subito! "Niente niente, ho solo mancato il sentiero"
Dopo un giro che non avrei idea di come ripetere, arriviamo al rettilino. "Siamo arrivati, al fondo di questa strada, a meno di un km c'è il bar"
Ci arriviamo con lui in testa e io che seguo.
Entriamo al bar e trovo un bel gruppetto di colleghi tutti vestiti da ciclista, C'è anche la signora della mensa e sono piacevolmente sorpreso.
E' una signora che potrebbe benissimo essere una nonna, ma anche lei, come gli altri, indossa la tutina, il caschetto e tutto il necessario!
E' bello stare insieme a loro, si vede che sono sereni e se la stanno passando bene: parlano ridono mangiano un bel panino con prosciutto e formaggio e bevono un succo.
Io ho appena rifiutato, avevo già fatto colazione a casa e mi sembrava brutto farmi offrire la colazione!
Li ascolto e anche se non capisco niente, afferro qualche parola..
La colazione finisce e risaliamo tutti in sella, 5 minuti dopo siamo in ufficio dove finalmente provo cosa significa avere uno spogliatoio!
In quel momento sembra di essere in palestra dopo un allenamento, lo spogliatoio è identico. Faccio la doccia come gli altri, mi lavo i capelli e indosso i vestiti buoni per lavorare che avevo nello zainetto.
La sensazione di iniziare a lavorare così, subito dopo una doccia, profumato e fresco non sarà niente di eclatante ma a me piace da morire!
Mi viene in mente quando, qualche anno fa, andavo a scuola con l'autobus. Un' ora di strada ammassato fra altri studenti, spesso in piedi.
Iniziavo le lezioni con una brutta sensazione addosso, non proprio di "freschezza".
Ecco, ora ho provato l'esatto contrario.
Sarebbe il massimo poi, se avessi anche io come loro delle ciabatte per stare in ufficio. Me le procurerò perchè tanto, ormai, sono di casa!
Un po' provato per la pedalata, mi siedo alla scrivania e guardo con leggera speranza le nuvole nere che arrivano sulla città.
Avvisando la segretaria, che registrerà i miei 9 km sul sito, le dico che se dovesse piovere caricherò la bici sul pullman e tanti saluti. Se invece non pioverà, potrà segnare gli altri 9km di strada del ritorno.
La giornata trascorre tranquilla, preparo alcune cose per il lavoro e studio qualcosa per l'università.
Poco prima dell'orario di uscita la segretaria arriva nel mio ufficio. In mano ha una cartina.
"Ecco, questa è la mappa di tutte le piste ciclabili (sono un labirinto!) per tornare a casa ti consiglio questa strada, è molto panoramica e soprattutto è quasi totalmente in piano"
Nella mia testa penso: "chissenefrega del panorama, basta che arrivo a casa senza la schiena rotta, già non ho voglia di rifarmi tutte quelle salite!"
Prima di congedarsi fa un sorriso e, con l'aria di chi ci tiene a vincere, mi dice:
"Non piove, puoi andare!"
"segna pure questi 9 km" le dico io!
Nonostante la mappa riesco a perdermi 4 o 5 volte in quella matassa complicata e, solo grazie all'aiuto di uno dei tantissimi ciclisti, trovo la pista giusta.
Il risultato è qualcosa di eccezionale, forse la migliore pedalata della mia vita.
Il percorso è davvero pianeggiante, attraversa una panorama meraviglioso (sbagliavo a sottovalutare questo aspetto) e la pista sembra un'autostrada per le bici.
Prendo velocità, vado fortissimo senza fatica. Delle auto non sento nemmeno il rumore per quanto sono distanti. Pedalo in mezzo alla natura: alberi, abeti, un fiume, una cascata...
Arrivo lungo la costa, vicino al mare, passo dietro la pista del piccolo aeroporto e infine arrivo a casa.
Il tempo è quello che tra tutti mi piace di più. 12-13 gradi, nuvoloni compatti, grigi molto bassi. Pochissimo vento.
Il mio Ipod in modalità casuale ha suonato 18 canzoni, 60 minuti esatti con tutte le pause. Sono a casa felice e soddisfatto senza fatica!
Sono così entusiasta da non vedere l'ora di rifare la stessa strada domani, non avrò bisogno di lavarmi,
basterà arrivare in ufficio, doccia calda e poi armadietto, dove già mi aspettano i vestiti buoni per la giornata.
Tenterò di rimanere sotto i 30 minuti stavolta, in attesa della prossima "esperienza" aziendale di cui parlerò più avanti.
La canzone non ha attinenza con contenuto, è solo una delle 18 che il mio Ipod ha pescato tra le tante.
Un vecchio ricordo di quando andavo a scuola con quel pullman.
Un pezzo che mi ha messo allegria alleviando la fatica
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