Che non sia una terra facile l'Islanda te lo fa capire prima ancora di metterci piede.
L'aereo in fase di atterraggio sembra in preda al vento che da queste parti è di casa!
Poco prima di atterrare, dal compatto mantello di nubi inizia a vedersi il nero della roccia vulcanica e delle distese di lava. La vista è eccezionale. Avvicinandosi ancora si vedono anche delle rare casette e poi tutto intorno deserto vulcanico.
Una volta sceso dall'aereo, guardandomi intorno ho l'impressione di essere capitato in un altro mondo, sulla luna o forse in un film.
Il paesaggio è estremo: desolato, selvaggio, ventoso e mutevole. Sulla strada che mi porta verso Reykjavik l'autobus viene investito da una tempesta di neve che però è una neve mai vista!
Intanto i fiocchi sono enormi, più simile a grandine che a neve, viaggiano in orizzontale totalmente in balia del vento e soprattutto sono inspiegabili dato che il cielo sopra di me sembra quasi sereno.
Attraverso il deserto di lava ed incontro alcuni villaggi di case ricoperte di lamiera, Keflavik, poi Hafnafjordur che in islandese la f seguita da una consonante si legge P e quindi Hapnafjordur.
Non è l'unica stranezza, questa lingua ne ha molte...
Arrivo a Reykjavik e quello che mi colpisce di più è il paesaggio da film: casette, discese con villette tutte uguali, la cattedrale che si vede da ogni angolo e la quasi totale assenza di persone.
Mi sistemo nella casa, fuori è già buio ma è normale, sono le 7.
Per cena andiamo a mangiare una buonissima e piccantissima zuppa di noodles, siamo: io, un serbo\giordano, una danese e un olandese in un locale thailandese in Islanda!
La prima impressione è positivissima, il posto mi piace mi incuriosisce e promette molte sorprese.
Non vedo l'ora che sia domani mattina per vedere la città di giorno, e girarla in lungo e in largo.
Chiudo con una foto scattata poco fa dal lucernaio della soffitta in cui sto per andare a dormire!
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