sabato 7 luglio 2012

Isafjörðdur, Suðureyri e la fabbrica del pesce.

Ieri mattina sono sbarcato in un mondo lontanissimo, un'isola che non c'è, che appare all'improvviso quando il piccolo aereo decide di puntare decisamente verso il basso e squarciare lo spesso strato di nuvole.

Uno slalom tra i fiordi e ed eccola li, appoggiata in riva al mare con la sua particolare forma ad uncino: Isafjörðdur.

Appena sbarcato dall'aereo la prima sensazione è il silenzio e la calma assoluta. Questo piccolo aeroporto è "disturbato" solo due volte in tutto l'arco della giornata, i due voli provenienti da Reykjavik. Basta.

L'atterraggio che doveva essere "estremo" fortunatamente non lo è stato grazie a condizioni atmosferiche favorevoli, ma questo capita solo nel 30% dei casi. Per il restante 70% da come mi ha raccontato un residente è DAVVERO spaventoso.

Isafjordur ospita 3000 abitanti, la città si percorre in 15 minuti in tutto. 20 se si vuole andare più lenti.
A differenza di altri posti però, offre delle viste straordinario sul fiordo e sui ghiacciai verso nord.
Anche il centro abitato è piacevole e, per gli standard islandesi, è anche piuttosto pittoresco.

Dopo aver camminato in lungo e in largo per le sue vie ed avere visto quasi tutto sono uscito poco fuori dal paese e attraverso un sentiero sono salito verso la montagna per osservare la città e il fiordo sul quali si adagia, dall'alto.

Pace. Solo il suono del vento che soffiava leggero ma costante mi faceva compagnia. Le nuvole correvano velocissime e si alternavano al sole. Intorno a me grandi rocce, erba e fiori. Sotto di me la città.
Mi sono sentito davvero lontano, irraggiungibile, non su questa terra!

Per pranzo finalmente ho provato un autentico ristorante islandese.

Nessun menu disponibile da consultare, nessuna tovaglia. La cameriera elenca i tre piatti disponibili (tutto pesce appena pescato) e il cuoco ti porta a tavola la padella.
Ho assaggiato un merluzzo tritato insieme a patate ed erba cipollina, pepe e una salsina piccante, accompagnato dal solito pane nero e burro. Piatto straordinario!

La giornata era solo a metà ma Isafjörðdur mi era già familiare e non aveva molto altro da offrire.
Ho deciso di spostarmi in un paesino vicino prima di riprendere l'aereo, e provare l'unica piscina all'aperto della zona.

Suðureyri.

Alla fermata dell'autobus si è presentato un piccolo van a 9 posti. Passeggeri totali: 4, metà dei quali si dividevano tra il conducente e il suo figlioletto.

l'altro passeggero, un ragazzino di 16-17 anni non smetteva di osservarmi stupito. Probabilmente stava tornando a casa nel suo  paesino e probabilmente non aveva visto mai nessuno straniero metterci piede.

L'autista mi chiede: "vai e ritorni in giornata?" "SI".  "Ok allora ti faccio il biglietto di andata e ritorno"

Siccome mi rilascia solo uno scontrino chiedo: "quando ritorno faccio vedere all'autista questo scontrino?"

Lui:  "ci sarò sempre io al ritorno e ormai ti conosco"

Già, stupido io.

Da quel momento l'autista sarebbe diventato mio amico.

Usciti fuori dalla grande città, attraversiamo un tunnel che sembra scavato dagli gnomi, stretto e con le pareti rocciose. E' molto lungo e ad un certo punto, cosa mai vista prima, si divide in due. I cartelli indicano da una parte Flateyri e se si gira a destra e si prende il tunnel ancora più stretto dove ci passa solo una macchina, Sudureyri.

All'uscita dal cunicolo la vista si perde su una vallata verdissima fantastica, roba da Signore degli Anelli. Greggi di pecore pascolano tranquille e il villaggio appare poco dopo. 320 abitanti, una strada, un gruppetto di case, un piccolo porto e la piscina.

L'autista mi lascia davanti e mi dice che ripasserà tra due ore e di farmi trovare in un certo punto.

Passo due ore immerso nell'acqua calda nel relax più totale con la vista sulla montagna e le solite pecore che pascolano. Bambini piccolini giocano con le loro mamme. Non più di 10 persone in tutto.

Mi sento ancora più lontano.

Ogni tanto dal porto arriva l'odore forte del pesce che viene lavorato e mi viene in mente una cosa:  voglio provare a vedere una fabbrichetta e osservare come lo lavorano! Mi incammino per le uniche due vie del villaggio e trovo la prima fabbrica. Non è molto interessante, non vedo niente, ma un signore mi indica una casa: "vai li che c'è un signore che fa il pesce secco magari ti fa vedere come lo appende"

Il signore del pesce secco non è in casa e nonostante la porta sia aperta e potrei entrare benissimo decido che è tardi e mi incammino verso la fermata.

L'autista mi riprende all'ora concordata, stavolta insieme a noi ci sono anche altri DUE ragazzi!

"Com'è andata? piaciuta la piscina?"

Iniziamo a chiacchierare e gli racconto anche la storia della fabbrica del pesce.

Dice che ce n'è una poco fuori Isafjörðdur e che, se voglio, lui sta andando proprio li. Siccome ho ancora un po' di tempo prima del volo, lasciamo i due ragazzi in città e proseguiamo verso Hnifsdalur, 2km più a nord, 100 abitanti al massimo, per vedere se c'è qualche passeggero da caricare. Passeggeri non ce ne sono e il suo turno è finito.  Passiamo dalla fabbrica.

E' chiusa.

Intorno si vedono tante gabbie con  i telai per appendere il pesce ad essiccare, roba di altri tempi...

Siccome ormai siamo amici e mi sta raccontando tante belle cose su questi posti, mi dice:  "C'è un ragazzo in città che lo prepara, se vuoi andiamo da lui e poi, se vuoi, ti accompagno all'aeroporto tanto io per oggi ho finito e abito li vicino"

Quando si dice che le persone del nord sono fredde e distaccate è perchè non si è mai passati per l'Islanda.

Andiamo in questa piccola fabbrica, più un garage che una fabbrica.

Sembra una falegnameria solo che a terra, al posto della segatura, ci sono tanti scarti di pesce secco.


Il ragazzo sembra essere suo amico, taglia tre pezzi di pesce e chiacchierando iniziamo a mangiare.
"Questo è merluzzo, quest'altro è haddok mentre questo è halibut".

Il gusto è ottimo e si sente la differenza con quello comprato nel supermercato. Nonostante sia essicato si sente la freschezza. Non si può descrivere!

I pesci vengono pescati nelle acque del fiordo e preparati sul momento. Il vento del nord li secca per settimane fino a che non sono pronti per il consumo. Il ragazzo fa questo lavoro così come lo faceva suo padre e prima ancora suo nonno. Un prodotto che non si può capire senza averlo provato.


Decido di comprarne un po' e ad un prezzo ridicolo mi aggiudico tre bei pezzi delle qualità che ho assaggiato.




Lo salutiamo e il buon autista mi porta verso il piccolo aeroporto che sta per essere disturbato dal secondo aereo della giornata.

35 minuti dopo sono a casa, di nuovo nella realtà.












Isafjörðdur downtown











    La valle di Suðureyri.



    Suðureyri






    Laboratorio del pesce secco



    Aeroporto Isafjörðdur


    Un' unica destinazione









    Reykjavik









                                                        Tra poco loro, dal vivo...








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