venerdì 27 gennaio 2012

Preparativi: il Passaporto e l'evasione fiscale

Per la prima volta nella  vita ho provato sulla mia pelle le conseguenze dell'evasione fiscale.

Per partire ho bisogno del passaporto.
Il passaporto si richiede in commissariato portando due fototessera, bollettino del versamento di 42,50 euro e una marca da bollo da 40 euro.
Circa 100 euro non sono pochissimi, soprattutto per qualcosa della cui utilità mi rimane qualche dubbio.
Dopo giorni di indagini ed email ad ambasciate traggo le conclusioni:

Il passaporto è obbligatorio per richiedere la residenza in Islanda. Superati i 3 mesi infatti, occorre registrarsi all'ufficio immigrazioni, e per farlo ci vuole il passaporto.

L'Islanda però fa parte dell'area Shengen, e per entrarvi è sufficiente una valida carta d'identità, ma per richiedere il permesso di soggiorno, ripeto, vogliono il passaporto.

La marca da bollo da 40 euro di cui parlavo prima, è un francobollino che la questura appiccica sul passaporto e ha validità di un anno: dimostra che tu hai pagato la tassa per espatriare oltre i confini europei. Trascorso quell'anno, la marca da bollo è scaduta e se vuoi di nuovo uscire dall'Europa vai dal tabaccaio, ne compri una nuova, la appiccichi, la fai timbrare e puoi di nuovo partire.
All'estero, di questa marca da bollo, non frega niente a nessuno. Si tratta di una tassa Italiana. A loro interessa solamente che il passaporto sia valido, e valido lo è per 10 anni, indipendentemente da questa marca da bollo.

Io però rimango nell'area Shengen, che motivo avrei di pagare questa tassa? C'è scritto infatti che un passaporto senza marca da bollo è valido solo per gli spostamenti in Europa, con lo stesso potere di una normale carta d'identità, con la differenza che è un passaporto, e quindi documento valido per registrarsi all'ufficio immigrazione.

Decido dunque che la marca da bollo non la compro. Non serve.

Mi presento in questura con tutti i documenti necessari, ma senza il famoso bollino da 40 euro.

La signora allo sportello fa una telefonata e poi mi comunica che no, il passaporto normale, solo per l'Europa è stato bloccato. Non lo rilasciano più fino a diverse disposizioni.

Il motivo è semplice.
E' successo troppe volte in passato, che persone dirette verso Usa, Asia ecc, si servissero di uno scalo europeo.

Ad esempio per andare a New York, il tizio vola da Milano a Parigi e da Parigi a New York con il risultato che tra l'Italia e la Francia si presenta all'imbarco con la carta d'identità o passaporto senza bollino quindi vola regolarmente e nel successivo volo che da Parigi lo porterà negli Stati Uniti, presenta alla dogana francese il suo passaporto di nuovo senza bollino.
In Francia, a nessun doganiere interessa se tizio ha pagato o meno la tassa per l'espatrio al fisco italiano, a lui interessa solo che il passaporto sia valido e dunque lo farà partire.
Risultato: tizio ha evaso una tassa.

Ancora peggio: qualcuno spesso è andato in aeroporto per un volo diretto questa volta e si è visto fermare dal doganiere italiano per la mancanza del bollino, causando problemi in fase di imbarco, correndo in tutta fretta a comprare una marca da bolla, provocando ritardi e problemi.

Ecco, per  queste ragioni, il Ministero delle Finanze ha deciso di bloccare i passaporti sprovvisti di marca da bollo, pertanto per chi parte sia in Europa che oltreoceano, il passaporto è lo stesso e la tassa è estesa a tutti

"Per colpa di qualcuno non si fa più credito a nessuno"

Compro quindi il maledetto bollino da 40 euro e consegno tutto alla signora.

Speriamo che arrivi in tempo.



Un mese da oggi. PROLOGO

Mi chiamo Gianluca, ho quasi 23 anni, studio Marketing alla Facoltà di Economia di Torino e tra un mese partirò per l'Islanda.

La storia di questo viaggio inizia ad Ottobre 2010, quando entro in Aiesec Torino, la più grande organizzazione al mondo interamente gestita da studenti universitari.
 Aiesec promuove svariate attività sul territorio ed esperienze lavorative e non solo, all'estero.

Ad Aprile 2011 divento responsabile di un progetto sulla Responsabilità Sociale di Impresa, si crea un team e si inizia a pensare a come sviluppare il tema.
La preparazione ci assorbe completamente, ci coinvolge e ci diverte. Ad Ottobre 2011 il team si allarga: arrivano sei ragazzi da diverse parti del mondo, India, Cina, Polonia, Croazia e Romania.
Per loro, questo, è uno stage che hanno trovato attraverso Aiesec del loro Paese. Sono a Torino, con noi per occuparsi della promozione e del Marketing del progetto che adesso ha un nome: GreenGear, ingranaggi verdi.
Il progetto termina il 7 Dicembre 2011,  riscuotendo un discreto successo, ha coinvlto aziende come Riso Gallo, Grom, Iren, M**Bun, Acqua Sant'Anna, Amiat ed altre.

Nelle fasi finali di questo progetto, siamo a Novembre, inizio a pensare a quando tutto questo sarà finito.
Mi dispiace in qualche modo che lo sforzo profuso per mesi si esaurisca ad una data esatta, 7 dicembre.
Proprio in quei momenti, in una normale giornata passata distrattamente su Facebook, noto sulla pagina di Aiesec Iceland un'offerta di stage. E' il 15 Novembre 2011.

E' uno stage molto interessante
Innanzitutto è professionale e quindi in azienda, è retribuito sufficientemente bene, la durata non è eccessiva, riguarda l'area Marketing e non di meno è in Islanda, a Reykjavik, terra che da sempre mi affascina.

Non ci penso molto, mi butto.
Non ho molta dimestichezza con gli stage Aiesec, non mi sono mai occupato di quelli, ma poco importa!
Senza crederci troppo, mando una mail al contatto indicato sul form, un tale Mirza e poi aspetto.

La risposta non tarda ad arrivare e nonostante sia uno stage rivolto preferibilmente a laureati, sembra che da lassù siano disponibili ad accettarmi alle selezioni.

"Gianluca,
I will forward your CV to the TN, If they are interested I will contact you on Tuesday
M"  


Ecco, questo non era previsto. Ora? Sono davvero pronto a partire? Non lo so, ma vediamo come si evolve la situazione, in fondo mi stanno dicendo che se mai l'azienda fosse interessata mi contatteranno martedì.

I contatti proseguono, solo normali comunicazioni per trovare un giorno per un'intervista su Skype.

Intanto i giorni passano, siamo arrivati al 7 dicembre e il progetto è finito. La lieve malinconia viene interrotta dalla mail di Mirza che mi comunica che il giorno seguente, 8 dicembre avrò l'intervista con Diego: vice presidente Finance e Talent Management di Aiesec Iceland.

L'intervista dura 40 minuti in cui Diego mi chiede di fare un'analisi Swot dell'Islanda, 5 cose che farei con un mattone, alcuni modi tradizionali e non per svolgere una ricerca di mercato, naturalmente tutto in inglese.

Intervista finita. mi faranno sapere i risultati la prossima settimana.

E' lunedì sera, 12 dicembre. Io sono sdraiato sul divano, mi arriva una mail di un certo Petur.

"I'm pleased to inform you that you have been selected for the internship at Rarik"

Non ci posso credere, quello che era partito come un tentativo senza troppe pretese era qualcosa di eccezionalmente concreto!
La notte faccio fatica a dormire e il giorno seguente analizzo la situazione:
Ci sono molte cose da sistemare prima di partire, esami, tesi, burocrazie varie.. va bè, mi metto all'opera.

il 14 dicembre, ad una settimana dal termine del progetto che mi ha dato tantissimo, sono definitivamente "matchato" che in gergo AIESEC significa ufficialmente selezionato. Questo vuol dire che una nuova grande esperienza con cui misurarmi è di nuovo all'orizzonte.
il 17 dicembre,  faccio i biglietti:

27 Febbraio, Milano-Londra-Reykjavik. Solo andata.

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Dopo essere stato selezionato ho deciso di scrivere un Blog.
Attraverso i miei post cercherò di condividere questa esperienza in un paese così particolare, cercando di descriverne gli aspetti più curiosi, le sensazioni, le emozioni, la vita quotidiana, il lavoro, e tutto ciò che meriterà di essere raccontato in questi quasi 5 mesi.
Cercherò di non far mancare le fotografie.
Ogni post sarà accompagnato da una canzone perchè spesso la musica va oltre ciò che le parole possono descrivere.
A presto.